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Pianta di tabacco: coltivazione e lavorazione

Pianta di tabacco: coltivazione e lavorazione | Pulze

Pianta di tabacco: coltivazione e lavorazione

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Pianta di tabacco: dalla lavorazione alle sigarette

Forse non tutti sanno che il nome scientifico della pianta di tabacco è “Nicotiana Tabacum” e si tratta di una pianta perenne originaria del Nord e Sud America, anche se oggi viene coltivata praticamente in tutto il mondo. Dalla sua coltivazione e, successivamente, dalla sua lavorazione si ricava il tabacco, ottenuto dall’essicamento delle sue foglie.

Si narra che fu Cristoforo Colombo, nel suo viaggio alla scoperta del Nuovo Mondo – più esattamente nell’Isola di Hispaniola – il primo occidentale a conoscerla. Giunta presso la corte francese nel 1560, grazie a Jean Nicot de Villemain, la pianta di tabacco fu definita come “farmaco miracoloso”. All’inizio veniva usata per scopi ornamentali e, prima ancora di diventare la base per le sigarette, è stata una panacea. Fu solo nel 1851 che furono considerati anche gli aspetti negativi di fumare il tabacco, grazie agli studi del chimico belga Jean Stas.

Le caratteristiche della pianta di tabacco

Come abbiamo detto, la pianta di tabacco è originaria dell’America - più precisamente delle zone tropicali e subtropicali - ed esistono parecchie specie della stessa famiglia (Solanacee). Alcune di queste sono utilizzate come piante decorative, altre invece sono considerate infestanti. È un’erba annuale e i suoi fusti, eretti e pelosi, possono raggiungere un’altezza che va da 1 a 2 metri.

La foglia di tabacco contiene le sostanze che conferiscono al prodotto tabacco il suo aroma e il suo gusto tipici (per questo motivo è definita una pianta aromatica). Quando questa non cambia più colore, è arrivato il momento di farla essiccare sotto i raggi del sole (in alcuni casi si usa anche il fuoco), per poi ricavare il tabacco vero e proprio.

Le varietà di tabacco più utilizzate per la produzione delle sigarette e dei sigari sono:
• English blend
• Virginia
• Maryland
• Xanthi Yakà
• Paraguay
• American blend
• Burley
• tabacchi Orientali
• Erzegovina
• Nostrano del Brenta
• Badischer Geudertimer
• fire-cured, come il Kentucky
• Avana e Sumatra

Pianta di tabacco e coltivazione

Vediamo ora come si coltiva la pianta di tabacco. Come prima cosa, per crescere al meglio ha bisogno del giusto clima: per germinare è necessario avere almeno 15° C e per fiorire la temperatura dovrebbe essere compresa tra i 25 e i 30° C. In Italia, infatti, il periodo migliore per la coltivazione del tabacco è primavera-estate.

Ogni varietà della pianta ha le sue specifiche esigenze di terreno, che deve essere per lo più acido. Ad esempio, il tabacco orientale che viene essiccato al sole ha bisogno di un terreno ciottoloso e non particolarmente profondo, dalla bassa fertilità. Al contrario, i tabacchi chiari che vengono trattati all’aria vogliono terreni più profondi e fertili, e non sopportano gli stress idrici. In generale, la pianta di tabacco si adatta abbastanza bene a differenti tipi di ambiente.
Una volta indagate le esigenze ambientali della pianta di tabacco, vediamo come si procede alla semina. È necessario spargere i semi distanziati tra loro nel terreno, in modo che la pianta abbia lo spazio adeguato per crescere senza problemi. La germinazione avviene nel giro di 10 giorni grazie alla luce, per cui in questa prima fase non bisogna ricoprire i semi con il terreno.

Le annaffiature - preferibilmente dal basso - della pianta di tabacco devono essere frequenti, così da mantenere la giusta umidità, ma non devono essere copiose altrimenti si rischiano marciumi radicali.

La lavorazione della pianta di tabacco

Una volta arrivate a maturazione le foglie più grandi e che non presentano danni, devono essere raccolte e poi messe ad essiccare, processo che dura circa una ventina di giorni. Come prima cosa, dopo averle tolte dal fusto, vanno appese in un luogo caldo, umido e ventilato, ed è bene controllarle periodicamente al fine di prevenire il possibile sviluppo di muffe che le danneggerebbero. Questa è una parte molto importante che determina la qualità del prodotto finale.

Dalla pianta di tabacco alle sigarette

Il tabacco è l’elemento principale delle sigarette. Una volta fatte essiccare, le foglie della pianta di tabacco vengono trinciate in maniera molto fine, pressare e arrotolate (una volta questo procedimento veniva eseguito a mano, oggi si usano macchinari specifici) in un cilindro di carta. Per quanto riguarda i sigari, invece, le foglie di tabacco intere possono essere utilizzate al posto della carta esterna.

Dalla pianta di tabacco alle sigarette elettroniche

Nelle sigarette elettroniche non troviamo le foglie di tabacco – come per le sigarette – ma la nicotina all’interno dei liquidi svapo, che viene mescolata ad altre sostanze. Si tratta di nicotina liquida, estratta dalla pianta, che può essere presente in quantità variabile (può anche essere del tutto assente)

Dalla pianta di tabacco ai riscaldatori di tabacco

E per quanto riguarda i riscaldatori di tabacco? In questo caso le foglie di tabacco vengono lavorato ad hoc e inserite all’interno di una cartuccia. Questa cartuccia di tabacco - chiamata stick - verrà riscaldata dal dispositivo per creare il fumo e l’aroma tipico delle sigarette, senza il processo nocivo di combustione. Il riscaldatore di tabacco Pulze sfrutta questa tecnologia per regalare a tutti i fumatori una esperienza unica nel suo genere.

Coltivare tabacco in casa è legale?

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per l’autoproduzione di tabacco, e in molti si chiedono se la coltivazione di questa pianta in casa sia legale oppure no. Il riferimento normativo da prendere in considerazione è il D.L. 30 novembre 1970, n.870, secondo il quale è possibile coltivare tabacco dentro le mura domestiche o nei giardini privati, senza chiedere l’autorizzazione.

Questo vuol dire che la pianta non è più sottoposta a Monopolio di Stato, ma allo stesso tempo è importante seguire alcune regole che ne limitano la produzione e il trasporto per non incorrere in problemi legali:

• Si possono produrre fino a un massimo di 1000 foglie di tabacco;
• Non è possibile detenere macchinari e utensili atti alla lavorazione delle foglie;
• Se vengono prodotte più di 1000 foglie, l’eccedenza deve essere donata ai centri autorizzati;
Non è possibile vendere il tabacco in proprio, per farlo bisogna richiedere l’autorizzazione e la certificazione del Monopolio. In caso contrario, l’accusa è quella di contrabbando;
• È possibile trasportare il tabacco fuori casa, ma solo per scopi personali e non commerciali;
• Il tabacco prodotto in casa può essere regalato, ma non venduto.