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Fumo all’aperto: divieti e ultime novità

Sono ormai passati molti anni da quando è stato introdotto il divieto di fumo nei locali chiusi. Novità, però, sono previste anche per le regole sul fumo all’aperto che potrebbero cambiare e imporre limiti più stringenti ai fumatori.

La proposta arriva dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, ed estenderebbe il divieto di fumare anche in molti luoghi all’aperto. Divieto che, in alcuni comuni italiani, è stato già introdotto, perseguendo l’obiettivo di tutelare i non fumatori e limitare i danni da fumo passivo.

La nuova norma sul divieto di fumare all’aperto andrebbe a rivoluzionare le abitudini dei fumatori, così come già avvenne nei primi anni Duemila con l’entrata in vigore della legge Sirchia.

Ma quali sono le leggi sul fumo oggi in vigore nel nostro Paese, come potrebbero cambiare e da quando?

Dove non si può fumare all’aperto in Italia

La legge n.3 del 16 gennaio 2003, anche conosciuta come legge Sirchia, dal nome dell’allora ministro della Salute, ebbe un forte impatto sui fumatori.
Prima dell’introduzione delle nuove norme, fumare nei locali pubblici, in pub, ristoranti, discoteche e persino al cinema era pratica comune. Oggi, invece, siamo abituati a ritenere questo comportamento poco rispettoso, nonché nocivo per tutti coloro che ci stanno attorno.
Con la legge Sirchia il divieto di fumo viene applicato in tutti i locali chiusi, ad eccezione di:
· quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico;
· quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati.
La legge ha subito, inoltre, successive modifiche. Nel 2016, infatti, viene aggiunto l’articolo 1 – bis che ha esteso il divieto “alle aree all'aperto di pertinenza delle istituzioni del sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché alle pertinenze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri e IRCCS pediatrici e alle pertinenze esterne dei reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia e pediatria delle strutture universitarie ospedaliere e dei presidi ospedalieri e degli IRCCS”.

È bene sapere, però, che attualmente alcuni Comuni italiani hanno introdotto delle proprie regole e divieti sul fumo all’aperto. La maggior parte delle volte tali restrizioni non vogliono avere carattere di repressione, bensì vengono accompagnati da importanti campagne di comunicazione e informazione sui danni provocati dal fumo.

Stop al fumo anche all’aperto? Cosa prevede la proposta

Ad oggi, dunque, non esiste una norma a livello nazionale che vieti di fumare all’aperto. Come già successo, però, le cose potrebbero cambiare nel tempo e anche prima di quanto si possa pensare.

Una prima spinta in questa direzione è arrivata di recente dal ministro della Salute Schillaci, il quale vorrebbe estendere la portata della legge Sirchia a diversi luoghi all’aperto come parchi, stazioni ferroviarie e fermate degli autobus.

La nuova norma contribuirebbe a raggiungere gli obiettivi del Piano Europeo contro il cancro 2021, con il proposito di far scendere al 5% la percentuale di popolazione che fuma tabacco entro il 2040.
Per riassumere, la proposta del ministro Schillaci vieterebbe di:
· fumare negli spazi aperti di ristoranti e bar, lasciando comunque la possibilità ai gestori di dedicare appositi spazi all’aperto per i clienti fumatori;
· fumare nelle vicinanze di minori e di donne in gravidanza;
· prevedere sale fumatori negli aeroporti e nei ristoranti al chiuso;
· fumare, nei luoghi menzionati, anche sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato.

Fumare all’aperto: stretta anche per e-cig e riscaldatori di tabacco

Sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco come Pulze, sono oggi considerati una valida alternativa alla sigaretta tradizionale. Non solo, perché spesso non vengono menzionati direttamente in divieti o normative, lasciando al buonsenso del singolo cittadino riconoscere le situazioni in cui reprimere il desiderio di fumare.

In altri casi, invece, per esempio al ristorante o al bar, viene lasciata libertà di agire al gestore del locale. Va detto, comunque, che più spesso questi ultimi scelgono di applicare il divieto per rispetto nei confronti degli altri clienti.

Oggi, sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco sono diventati molto più comuni e anche le norme si stanno adeguando alle nuove abitudini dei fumatori. Per questo motivo, la nuova legge sul divieto di fumo all’aperto non lascia dubbi: per il ministro Schillaci il divieto dovrebbe essere esteso tanto alle sigarette tradizionali quanto a soluzioni alternative, e-cig e dispositivi a tabacco riscaldato compresi.

Da quando scatterà il nuovo divieto di fumo all’aperto

Si fa concreta, dunque, la possibilità di una nuova stretta sulle abitudini di tutti i tipi di fumatori.

A marzo del 2023 la nuova proposta del ministro della Salute ha fatto molto discutere. Da allora, però, non sono giunte novità e, per il momento, della norma vi è solo la bozza del provvedimento che dovrebbe essere rivista ed elaborata prima di essere presentata in Parlamento.

Al momento non è neanche certo se le misure saranno contenute in un disegno di legge o se verranno raccolte in un decreto legge, per il quale l’approvazione potrebbe senz’altro essere più immediata.

Di certo, la proposta ha acceso il dibattito, specialmente per quanto riguarda l’estensione del divieto per e-cig e riscaldatori di tabacco. Politici ed esponenti della maggioranza hanno condiviso il proprio parere discordante.

Per quanto si potrà ancora fumare all’aperto

Nonostante tutto, la direzione in tema di fumo all’aperto è ormai tracciata. Anche se la nuova proposta non si è ancora concretizzata, non significa che si smetterà di ragionare sulla possibilità di introdurre un divieto di fumare all’aperto.

Rimane, però, il nodo su sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco. Per quanto gli studi scientifici al riguardo siano ancora pochi per poter tirare le somme, i primi risultati sembrano essere incoraggianti, confermando le ipotesi sulla maggiore sicurezza di dispositivi a tabacco riscaldato ed e-cig rispetto alle tradizionali sigarette.

Non è facile prevedere quale direzione prenderà il nostro Paese. Da un lato, infatti, le limitazioni possono essere utili a tutelare i non fumatori, specialmente persone a rischio come donne in gravidanza o bambini. Tuttavia, non è ancora chiaro se l’introduzione di maggiori restrizioni sia anche la giusta strada per i fumatori.

Ciò che è certo è che il passaggio a sigarette elettroniche o riscaldatori di tabacco consente a questi ultimi di cambiare rotta e limitare i danni alla salute. Secondo i primi studi, infatti, i dispositivi a tabacco riscaldato come Pulze produrrebbero un aerosol che contiene il 96% di sostanze nocive in meno rispetto al fumo delle sigarette standard.